24 febbraio 2007

Mazariol

Ormai è evidente: in questo mondo globalizzato le idee circolano. In realtà, da sempre le idee hanno circolato e anche i personaggi della tradizione popolare. Prova ne è la vicenda notissima del Mazarol, la sfuggente entità silvana che questo blog cerca di seguire nelle sue peregrinazioni. Neppure gli artisti sembrano resistere al fascino del misterioso personaggio dei boschi ed ecco che qualcuno ha addirittura scritto una canzone su di lui, come Davide Camerin.
Ecco l’introduzione al brano scritta dal buon Davide Camerin stesso, il creatore di quello che è divenuto un vero e proprio “inno del Mazarol”…


“Nei tempi antichi viveva, nei boschi più fitti e inaccessibili e nelle vallate più impervie, un omino piccolo come un folletto, chiamato Mazarol.
Era un omino che viveva nei boschi, dove si nascondeva facilmente nonostante il suo vestito rosso sgargiante. Si spostava correndo da un luogo all'altro con incredibile velocità. Era vestito tutto di rosso, compreso il cappuccio e le scarpe a punta, a volte aveva barba e capelli lunghi e aggrovigliati ed un viso grinzoso e dispettoso. Abitava in ampi covoli ed era così schivo che si teneva lontano da ogni contatto con l'uomo.
Una brutta avventura correva colui che inavvertitamente posava il piede dove il Mazarol aveva lasciato le sue pèche (orme); il malcapitato era costretto per magia a seguirle e a perdersi per qualche giorno nei luoghi più remoti. Una volta una bimbetta pestò le orme del Mazarol e dovette girovagare per giorni e notti, su e giù per le rocce scoscese. Alla fine vide un braccio che le faceva cenno di entrare in una grotta. Lei, poveretta, non aveva la forza di scappare, per cui dovette entrare: lì c'era il Mazarol che dava il sale rosso alle capre. Appena la vide, le porse un zoccolo di mucca pieno di latte e le insegnò a fare il burro, il formaggio e la ricotta (in fondo era un buon diavolo).
Per estensione, nel corso delle generazioni, il folletto era poi diventato lo spauracchio preferito dalle madri, per far sì che i ragazzi tornassero a casa presto la sera.
Nella mia canzone ho spogliato il folletto della sua parte mitica (e se vogliamo poetica), e l’ho collocato in un periodo compreso tra le due guerre, ambientando la storia nella zona in cui vivo (dove lo chiamiamo Mazariol).
Tratto dai racconti di mia nonna, Ammirabile Manente.”



EL MAZARIOL
(di Davide Camerin)

Torna prima de sera se ben te ne vol
torna prima de not fora l’è ‘l Mazariol
Torna prima de sera se ben te me vol
torna casa bonora che fora l’è el diol

Dentro in tee ziese lu ‘l sta ben scondest
‘l ciapa tosat e tose e li mete in te un zest
dentro in tee ziese lu ‘l sta ben scondest
dentro in te tute e ziese lu ‘l sta ben scondest

‘tenta al Mazariol

Fora co ‘l to moros sta pur via tut al dì
fora l’è fora el sol e contenta son mi
fora l’è fora el sol e anca ‘l diavol al dorme
co’l scuro ‘l te vanta che no te te incorde

‘tenta al Mazariol

Aa sagra to pare no ‘l voea farte ‘ndar
che i doveni al dì de inquò no i a altro da far
che i doveni al dì de inquò no i sta fermi co ‘e man
A Vodega to pare no ‘l voea farte ‘ndar

‘tenta al Mazariol

Torna prima de sera se ben te ne vol
torna no sta star fora che l’è ‘l Mazariol
Ma se te resta fora vien dentro pian pian
te speta to pare e un bel pasamàn

(settembre 1996)


Appena il redattore di questo blog avrà imparato come diavolo si fa, verrà inserito qui il file musicale del brano. Abbiate fiducia.

9 febbraio 2007

aggiornamenti sulla festa del 25 aprile

Ebbene sì, è confermata la presenza dei BARBAPEDANA per il 25 aprile! In questo periodo i "saggi" della multiforme associazione Mazarol-Via dei Mulini stanno lavorando alacremente per la stesura del calendario di tutti gli eventi della sempre più prossima manifestazione Sulla Via dell'Acqua, pareciarse...